Benvenuti nel mio mondo fatto di fantasia, creatività, libero pensiero, nel rispetto di tutto e di tutti......divido con voi le mie esperienze, le mie sensazioni e i miei pensieri ......piu' profondi!

Non so se riuscirò o mi sarà concesso di chiudere "il cerchio", "disegnandolo sulla grande tela della vita". So di per certo però, che qualunque cosa accadrà nel mio percorso di vita futura, le parole, i pensieri, i racconti e le riflessioni, qui riposti, rimarranno, spero, come spunto e stimolo di riflessione per chiunque li leggerà.

sabato 18 aprile 2009

16 - Amor sacro e amor profano

Fu nel 1514 che venne commissionato a Tiziano questo quadro bellissimo, il cui soggetto resta ancora oggi misterioso, ma con due personaggi chiaramente identificabili: il nudo femminile con il manto rosso drappeggiato rappresenta Venere e il bambino che si sporge nella fontana è Cupido.
L’enigma resta la figura della donna sontuosamente abbigliata, in atteggiamento di estraneità e distacco rispetto agli altri due, come assorta, in riflessione sui misteri dell’amore.

Molte sono state le interpretazioni, tra le quali ha trovato maggiori consensi quella che ha ritenuto il dipinto un’allegorica rappresentazione dell’amore terreno e dell’amore spirituale, impersonati dalle due Veneri, una celestiale e spirituale, l’altra sensuale e terrestre.

La donna che indossa il tradizionale abito bianco e che reca nei capelli la corona di mirto, pianta sacra a Venere e simbolo dell’amore coniugale, che delicatamente viene iniziata ai misteri dell’amore dalla Venere nuda, aiutata nei suoi disegni dal suo compagno, Cupido, che smuove le acque nella fontana.


La bellezza terrena è specchio di quella celeste e la sua contemplazione prelude alla perfezione ultraterrena. L'amor sacro, ammantato di rosso, è raffigurato in piena luce, mentre l'amor profano è fasciato da ricche vesti e si staglia contro uno sfondo ombroso: il bilanciamento luministico, cromatico e compositivo assume quindi anche un preciso significato simbolico.
Vi è inoltre un altro livello di lettura dell'opera, alludente al comportamento che una buona moglie deve tenere in privato e in società, all'immagine irreprensibile che deve dare di sé la moglie di un devoto marito.

Nel cavallo senza sella domato e legato bisognerebbe vedere il soggiogamento della passione.Il dipinto, considerato un tipico esempio della commistione degli elementi pagani e cristiani presenti nella cultura rinascimentale.

Sullo sfondo del dolce paesaggio, le due immagini di donna, creature di carne e sangue, opulente alla maniera tizianesca e degli ideali del tempo, sembrano estremamente simili pur nella diversità sia del significato allegorico, sia della rappresentazione pittorica.


Facce diverse della stessa medaglia, come, in effetti, sono l’amore carnale e l’amore spirituale, appaiono simili nel volto, nei lunghi capelli di seta, nelle fattezze fisiche carnose (esposte allo sguardo dell’osservatore nella Venere, celate nella sposa), nella dorata luminosità della pelle.


Lo sfondo su cui sono collocate le due figure è la contrapposizione di due orografie differenti e contrapposte: a sinistra, dietro all'amor profano, si nota un paesaggio montuoso, con un sentiero in salita percorso da un cavaliere diretto al castello.

Viene letto come metafora di un percorso faticoso da compiere per giungere alla virtù, che si conquista con fatica e rinunce o, alternativamente, come allusione al carattere "secolare" e "civile" dell'amor profano; a destra il paesaggio è pianeggiante, disteso, punteggiato da greggi al pascolo che evocano le utopie bucoliche e in lontananza si scorge una coppia ed una chiesa.
Si contrappone al paesaggio di sinistra legandosi alla sfera religiosa e spirituale.


Anche i colori si richiamano, c’è come una corrispondenza che rimanda anche alle corrispondenze filosofiche: chiaro il panneggio sulle gambe di Venere e chiara la veste della sposa, rosso il drappeggio del manto della dea della bellezza e dell’amore e rossa la manica dell’abito della donna.


A dividere, simbolicamente, le due donne, nello spazio pittorico e nella concezione amorosa, ma in fondo anche ad unirle, nel dipinto e nel significato allegorico, c’è Cupido, Eros, il detentore e l’iniziatore dei misteri dell’amore, tramite e guida al congiungimento tra le due opposte concezioni, quella dell’amore spirituale e carnale, dell’amore sacro e dell’amore profano.

Nessun commento:

Posta un commento

Commenta: