Benvenuti nel mio mondo fatto di fantasia, creatività, libero pensiero, nel rispetto di tutto e di tutti......divido con voi le mie esperienze, le mie sensazioni e i miei pensieri ......piu' profondi!

Non so se riuscirò o mi sarà concesso di chiudere "il cerchio", "disegnandolo sulla grande tela della vita". So di per certo però, che qualunque cosa accadrà nel mio percorso di vita futura, le parole, i pensieri, i racconti e le riflessioni, qui riposti, rimarranno, spero, come spunto e stimolo di riflessione per chiunque li leggerà.

lunedì 30 marzo 2015

Un fiammifero “fregato”.

Un fiammifero “fregato”, questo è quello che io sono.
Un cerino che non serve più a nulla e a nessuno, perché ha assolto alla sua funzione.

Un fiammifero che non potrà più accendersi e splendere di luce propria.
Un fiammifero che ha perso la sua naturale utilità.
Le mie uniche consolazioni ora sono il Signore e la mia famiglia.
Amore mio, mi hai sostenuto da subito, mi hai difeso da tutti e da tutto, anche se ti ho fatto del male, mi hai dato forza e coraggio.
Sento la tua forza, la tua fede in Dio ti sostiene  più di me, sento la tua forza e ciò mi da coraggio a sollevarmi da questa dolorosa situazione.
Non dormire per notti intere, mangiare poco o niente, la mia vita rovinata per sempre. 
Sento gli sghignazzi, le risa di coloro che mi hanno voluto male, che godono di ciò.
Avverto l’incredulità delle persone care a noi vicine, la loro delusione.
Avverto le occhiate dei perbenisti, degli ipocriti e le loro maldicenze.
Non è facile accettare tutto ciò.
Non ci sono abituato.
Nella vita si commettono tante sciocchezze, ma questa volta ho sbagliato, perché ho commesso qualcosa di molto brutto.
Non ho rubato, non truffato, non ho ammazzato nessuno, ma è come se avessi fatto di peggio.
È vero, nessuno può condannarmi legalmente, ma la mia colpa è esclusivamente morale.
Faccio ammenda.

Chiedo scusa perdono a Dio.
Chiedo scusa e perdona a te amore mio.
E chiedo scusa e perdono anche a voi figli miei per avervi deluso e messo in una situazione di disagio.
Che Dio mi perdoni.

venerdì 27 marzo 2015

venerdì 20 marzo 2015

L’urlo

Mi sono addormentato al chiaro di luna, 
illudendomi di sognare mondi fantastici e ricchi di emozioni. 
Il mio sonno era pesante e non mi sono accorto che già un branco di lupi e di sciacalli, travestiti da agnelli mi stavano azzannando e dilaniando le mie membra.
Il Signore ha inviato te. 
Il buon Dio ti ha messo al mio fianco.
Sei stata mandata dal cielo, inviata da Dio, che adagiata su una falce di luna, mi hai destato dal torpore ingannevole di quel sonno, che ha offuscava la mia mente, che prendeva i miei pensieri peccaminosi.

Mi hai destato, mi hai aiutato ad alzare, mi hai sollevato; hai allontanato le bestie inferocite che circondavano il mio corpo inerme e con l’aiuto di Dio, mi hai portato via, al sicuro, lontano da vili aggressioni animalesche.

giovedì 12 marzo 2015

Uomo di poca fede

Spiritualmente mi sono sentito come San Pietro, anch’egli salvato dalle acque e dalle sue paure per la sua scarsa fede in Cristo:

Mt 14,22-33  “…sul lago si leva una forte tempesta, e proprio in mezzo alla tempesta Gesù raggiunge la barca dei discepoli, camminando sulle acque del lago. Quando lo vedono, i discepoli si spaventano, pensano a un fantasma, ma Lui li tranquillizza: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!» Pietro, col suo tipico slancio, gli chiede quasi una prova: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque»; e Gesù gli dice «Vieni!» Pietro scende dalla barca e si mette a camminare sulle acque; ma il vento forte lo investe e lui comincia ad affondare. Allora grida: «Signore, salvami!»  e Gesù gli tende la mano e lo solleva e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?»
Io, come Pietro comincio ad affondare nel momento in cui distolgo lo sguardo da Gesù e mi lascio travolgere dalle avversità che mi circondano. Ma il Signore è sempre lì, e quando Pietro lo invoca, Gesù lo salva dal pericolo. Anch’io mi sono sentino tirare su dalla mano di Gesù mentre stavo annegando. 

Anch’io come Pietro, con i miei slanci e le mie debolezze, in mezzo alle tempeste e ai pericoli del mondo e della vita di tutti i giorni, ho dimostrato di avere poca fede: sempre fragile e povera, inquieta ma per fortuna anche vittoriosa.