Uno dei mali
dell'uomo di ieri e di oggi : criticare, condannare facilmente gli altri...
Se una
persona commette un errore, subito esce dalla nostra sfera di amicizia, o, al
massimo, gli rivolgiamo qualche attenzione ma con sufficienza.
Ma il giudizio
più terribile è quello dato in nome della fede, quando, santamente e devotamente,
sottolineiamo i difetti o i peccati altrui pensando, facendo così, di rendere
onore a Dio.
Gesù azzera tutte queste illusioni con un'affermazione che ci fa
rabbrividire: prima di giudicare gli altri è meglio analizzare se stessi,
togliere la trave che ci impedisce di vedere la pagliuzza nell'occhio del
fratello.
Non si tratta di evitare il giudizio, di non avere opinioni, certo.
Ma di averle mettendosi nella dinamica prospettiva di Dio che non vede il
peccato ma il peccatore e del peccatore vede la possibile redenzione.
Siamo
chiamati a giudicare noi stessi e gli altri con la compassione che ci proviene
dal Maestro, sapendo che la vita è un percorso e che ogni errore può essere
superato, redento, riparato.
Iniziamo questa settimana provando a giudicare in
altro modo, mettendoci nella prospettiva di Dio...
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